Logo 

Roma, 23 febbraio 2015

 

 

COMUNICATO STAMPA

Desta grande preoccupazione la grave decisione assunta dal management della società “Aeroporti di Puglia”, di porre fine al rapporto di lavoro in essere con dieci dipendenti con contratto a tempo indeterminato, che hanno speso una vita per la crescita degli aeroporti pugliesi (anzianità di servizio 10-20 anni).

Tale decisione, da ritenere illegittima, desta sconcerto.

Risibile è la giustificazione addotta dai vertici aziendali, secondo i quali sarebbe imprescindibile trasferire i dieci lavoratori in altra Società operante in aeroporto, la quale, peraltro, non garantirà la stessa tutela occupazionale e lo stesso livello retributivo.

Lo afferma il Segretario Nazionale della UGL Trasporto Aereo Francesco Alfonsi che precisa, inoltre, come tale azione configuri un vero e proprio licenziamento collettivo.

Le manifestazioni negli Aeroporti Pugliesi, prosegue il dirigente sindacale, continueranno anche nei prossimi giorni, sino a quando “Aeroporti di Puglia” non muterà tale decisione, anche in considerazione del fatto che la società:

  • è una Società Regionale e lo stesso Presidente Vendola ha sempre difeso il lavoro contro ogni forma di precariato;
  • registra un traffico passeggeri sempre in aumento;
  • ha i bilanci economici in attivo;
  • ha perfezionato degli accordi commerciali con nuovi Vettori che opereranno negli aeroporti pugliesi nelle prossime settimane;
  • concede oltre 12 milioni di euro all’anno al Vettore Aereo Ryanair, il quale dovrebbe portare benefici economici e occupazionali alla stessa comunità lavorativa degli aeroporti pugliesi;
  • ha inaugurato il 21 febbraio 2015 il nuovo impianto dell’aeroporto di Palese sostenendo un costo di 16 milioni di euro;
  • continua ad utilizzare contratti a tempo determinato e contratti in somministrazione.

La Segreteria Nazionale, conclude Francesco Alfonsi, ha richiesto un tempestivo intervento dell’ENAC di Roma, depositaria nel nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Trasporto Aereo, e con esso delle funzioni di controllo dell’applicazione della c.d. “clausola sociale”, che appare evidente, non viene in questa situazione rispettata.