Riparte da quest’affermazione la rassicurazione, data dal management ai sindacati ed ai dipendenti di Meridiana, volta a dissipare i dubbi che si stavano nuovamente addensando sopra la compagnia.
Il passato mese di agosto sarà tristemente ricordato come uno dei più roventi dell’ultimo decennio nella storia della Meridiana.
Sin dagli inizi dello scorso mese, infatti, i rumors sul destino della compagnia avevano lasciato poco spazio all’ottimismo, per bocca dell’Amministratore Delegato l’ingegner Scaramella che, all’assemblea convocata presso le sedi Air Italy di Malpensa, aveva esternato la necessità di mettere a terra 8 MD80 Meridiana per via del calo del traffico passeggeri legato alla fine dell’alta stagione.
Primi timidi tentativi di travaso di attività e di risorse verso la controllata Air Italy con un sempre più progressivo allontanamento dal nuovo “contratto nazionale” ed un progressivo incorporamento normativo ed economico in I9? Secondo i lavoratori, si!
Le vecchie paure riaffiorano. E mentre i Manager stavano in vacanza, giungevano le prime indiscrezioni circa la presunta contrarietà dell’azienda a voler partecipare ai bandi relativi alla continuità territoriale. Comprensibile immaginare lo sconcerto dei dipendenti a fronte di tali dichiarazioni! Tornato in gran fretta, interrompendo le sue vacanze, l’Amministratore Delegato confermava pubblicamente, nel corso di una conferenza stampa, l’intenzione del consiglio di amministrazione di non voler presentare nessuna offerta per il bando pubblico della continuità territoriale creando scompiglio tra i dipendenti, organizzazioni sindacali, associazioni industriali e commerciali ed istituzioni. Lo sdegno dei dipendenti, duramente provati dai pesanti tagli in busta paga e dall’incertezza circa il futuro dei propri posti di lavoro (in particolare per il continuo travaso di attività da Meridiana alla controllata Air Italy), spingevano i Sindacati Confederali a chiedere lumi all’azienda e ad invocare l’attenzione delle Istituzioni sulla pesante situazione economica e gestionale in cui versa la compagnia.
Che cosa sta succedendo? E’ così difficile fare un piano industriale, degno di essere chiamato tale, da perseguire nei prossimi anni? Si deve veramente continuare a credere che Meridiana possa solo navigare a vista, per colpa della pesante crisi economica che attanaglia tutti i settori lavorativi di tutta Europa? Come mai le compagnie Majors hanno tutte un piano industriale da perseguire? Forse per averne uno bisogna prima ricalcare le orme dei cugini di Alitalia Core ed alla fine del calvario avere “l’onore” di poterne seguire uno?
Finalmente dopo un agosto infernale, il 10 settembre, durante una conferenza stampa, l’AD di Meridiana illustrava il piano industriale mostrando una moderata dose di ottimismo e dicendo con fermezza che Meridiana non sarebbe uscita di scena. Dopo una lunga esposizione circa il migliorato dello stato di salute dei conti e la massiccia azione di scouting per sondare nuovi mercati, l’AD ricordava a tutti che l’azienda necessiterà tuttavia di ulteriori riduzioni operative perché durante il corso dell’anno si registreranno ancora risultati negativi. Ed ecco la conferma: l’inverno porterà allo stop di 8 MD80 e ad una riduzione del network “concentrato soprattutto sulla Sardegna”. Conseguenza della rinuncia alla continuità territoriale su Cagliari e Alghero. La contrarietà di Meridiana in merito ai finanziamenti erogati alle compagnie low cost straniere, che penetrano in maniera sempre più crescente ed insistente il mercato, culminato con la rinuncia alla continuità territoriale, porterà la base Cagliari a pagarne le conseguenze più care! Quindi Cagliari oggi come Malpensa sette mesi fa. Chi sarà il prossimo? Su quale base si orienterà il nuovo piano Industriale? Di sicuro ci riserverà ancora tante sorprese.